
E' da un pò di giorni che ci penso sù: la manchevolezza che più sento in questo momento è l'amicizia. Non mi riferisco all'amicizia nel senso più ampio della parola, ma più che altro a quei gesti e a quelle azioni che ho sempre attribuito al termine Amicizia: le risate, le uscite, i pomeriggi insieme, le chiacchiere idiote, la spontaneità, la genuinità, le grandi abbuffate di porcherie del sabato sera, le maratone di film, e tutto quello che facevo fino a circa due anni fa. Da quando ho quattordici anni la mia più grande Amica è sempre una, e continua ad esserlo e lo sarà ancora per tanto tanto tempo, io spero sino a che a morte non mi separi da lei. Lei che per mia grande felicità adesso è più "umana", finalmente sa dire "ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto e non si faccia incantare solo dal mio bell'aspetto e poi scappi via". Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, ammettere di aver bisogno di quel Lui per dare maggiore senso alle singole giornate. Eppure, nonostante siamo sempre legate e continuiamo a capirci al volo, ci sono tanti punti vuoti del nostro rapporto che reclamano di essere riempiti. Faccio un esempio stupidissimo: prima quando avevo qualcosa da confidare o qualcosa di nuovo e di appassionante la prima a cui lo dicevo così senza pensarci sù, come un gesto involontario, era lei...
Ma è un pò di tempo che questo non accade più, da ambedue i lati, ci cerchiamo sempre meno per quelle frivolezze, siamo diventate più serie forse...oppure fa tutto parte di quel processo chiamato Crescita, oppure gli innumerevoli impegni hanno soffocato quei piacevoli momenti di spensieratezza. Lei è cambiata in meglio soprattutto per se stessa, io anche, non in meglio però. Lei sempre più espansiva, io sempre più chiusa al mondo. Io che da orgogliosa incallita quale sono vedo che la vita mi passa accanto e gli volto le spalle, Lei che da altrettanto orgogliosa qual è, comincia a mettersi in gioco, e fa bene.
Abbiamo la mente occupata entrambe, e non c'è più spazio per quei momenti leggeri di quando eravamo quelle due adolescenti che si facevano sempre i fatti propri fregandocene dei problemi relativi alle classe, e parlando solo delle nostre cose, sostenendo fortemente le nostre teorie esistenziali in cui credevamo e che ci facevano sentire più in alto degli altri, eravamo fiere di noi. Mi manca quella parte di lei che non ho mai trovato in nessun'altra. Mi manca sapere che quest'anno la nostra festa ovvero Halloween non la potremo passare insieme come abbiamo sempre fatto a modo nostro, e che mi sto occupando di curare nei minimi dettagli tutto come se in cuor mio spero ancora che non lavori per quel giorno o che non ci sia nessun'altro intralcio nel mezzo, e che mi suoni alla porta tenendomi compagnia. Mi rendo conto che questi discorsi sembrano fatti da una diciassettenne, eppure ne ho 21 da due mesi e cinque giorni e sto ancora qui a parlare di mancati pomeriggi passati con la propria amica, e di amori che non vogliono sbocciare.
Al di là del mio lato da virago, della mia corazza, dei miei chissene, perché ho imparato a fregarmene un pò di tutto, c'è un'inguaribile nostalgica che ha bisogno di quel Lui che tanto dovrebbe dimenticare una volta per tutte e di ritrovare quel lato che tanto le manca della sua Lei.